L'Artrosi dell'anca è una degenerazione cartilaginea a carico dell’articolazione dell’anca,coxo femorale. Ci possono essere vari stadi e a ognuno di questi si attua un tipo di terapia idonea, per alleviare la sintomatologia che risulta altamente invalidante se all’ultimo stadio, in quanto il paziente oltre ad avere dolori maggiormente la notte, ha difficoltà deambulatorie e specie se in età avanzata questo comporta un rischio per le complicanze, che ne possono derivare, specie a livello cardio polmonare e di stasi venosa.
Se riguarda uno stato artrosico di grado lieve a carico dell’articolazione coxo femorale si possono utilizzare delle terapie sia farmacologiche, per alleviare la sintomatologia infiammatoria, che preventiva tramite un corretto stile di vita,diminuendo tutte le cause che possano aggravare maggiormente il carico su questa articolazione, con un calo ponderale ed un programma specifico riabilitativo redatto da un fisiatra o fisioterapista specializzato.
Se l’infiammazione è tale da limitare l’autonomia si può procedere con la fisioterapia strumentale,come la magnetoterapia, la tecar, la radar, la tens, oppure delle infiltrazioni intrarticolari di acido ialuronico e/o cortisonici ecoguidate.
L’ultimo step se il grado di artrosi è severo rimane l’intervento chirurgico,dove viene impiantata una protesi che va di fatto a sostituirne quella biologica naturale articolare,che ridà l’autonomia al paziente e la diminuzione drastica dell’infiammazione. Va detto che dopo l’intervento e anche 15/20 giorni prima è necessario seguire un programma riabilitativo studiato per preparare in paziente dal punto di vista muscolare per accogliere e sopportare meglio l’intervento.
Nella fase post intervento bisogna migliorare oltre che al tono muscolare di tutti i muscoli dell’articolazione dell’anca anche ridare quella autonomia e sicurezza nei movimenti che per la limitazione funzionale si erano persi. Quindi si educa il paziente all’uso delle stampelle, a toglierne gradualmente una e poi a raggiungere l’autosufficienza insegnando cosa fare e soprattutto cosa non fare nelle fasi post operatorie, dove il rischio di lussazione articolare è un evento, se fatti movimenti articolari non idonei, concreto.