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Pubalgia

La pubalgia negli sportivi, in particolare nel pallavolista

Per pubalgia etimologicamente si intende sofferenza, malattia del pube.

Cercherò senza tanti termini difficili spiegare prima come è composto e poi andremo dritti al problema della sua infiammazione negli sportivi.

La sinfisi pubica è un’articolazione, data dall’emi bacino, composto da Ileo Ischio e Pube, che incontra l’altra parte uguale interponendosi con un disco fibro-cartilagineo,tenuto saldo,da numerosi legamenti.
Vedi figura 1 e 2 che insieme all’osso sacro formeranno il bacino.

Insieme alle ossa del Bacino ai suoi legamenti ci sono i muscoli:

Come si evince dalla foto nella zona pubica abbiamo una confluenza inserzionale di più muscoli quali gli adduttori e il retto degli addominali.

Ma oltre a questi due principalmente ve ne sono altri secondari per zona adiacente al pube come il muscolo pettineo, il gracile, l’ileo psoas, il tensore della fascia lata.

Oltre alla parte muscolare e legamentosa, nella zona pubica confluiscono, una serie di visceri, fasce, nervi, e vasi che non sto qui a specificare per non dilungarmi troppo.

Che cosa fare nella fase acuta?

  • Rivolgersi al medico o al Fisioterapista che farà una sua valutazione in base al grado della infiammazione (annotandosi il livello di sensazione dolore su una scala che va da 0 a 10), si regolerà sulle terapie ed eventualmente sugli esami diagnostici da eseguire (RMN, TAC, ECOGRAFIA). Basterà contrarre l’adduttore o gli addominali per evocare il dolore, oppure imprimere una pressione tattile a livello pubico.
  • Se il dolore è importante integrare con terapia farmacologica (FANS, CORTISONICI, OPPIOIDI) SEGUITO DAL MEDICO DI MEDICINA GENERALE O SPECIALISTICA.
  • Mettersi sulla zona inserzionale del ghiaccio a intermittenza, vale a dire spostarlo sulle zone adiacenti per poi riposizionarlo stabilmente per almeno 5 min sulla zona infiammata.
  • Intervenire con delle sedute fisioterapiche io consiglio la Tecar, gli ultrasuoni e il laser Yag
  • Eseguire cautamente degli esercizi di mobilizzazione dei muscoli degli arti inferiori e del bacino e della colonna
  • Farsi fare dei trattamenti manipolativi Osteopatici che andranno ad eliminare quei blocchi articolari che possono intervenire diminuendo la mobilità dell’articolazione della sinfisi e di quelle strettamente collegate, quali: l’articolazione sacro iliaca, le faccette articolari vertebrali lombosacrali, l’articolazione dell’anca.


L’Osteopata nel suo lavoro andrà generalmente a manipolare e ristabilire un equilibrio anche verso altre articolazioni come quelle delle vertebre dorsali e cervicali, ma anche delle ginocchia e delle caviglie fino ai piedi.

  • Utilissima L’idrokinesi con esercizi di mobilità e graduale rinforzo muscolare.

Oltre a questo l’osteopata potrà fare un lavoro di riequilibrio fasciale e cranio sacrale, che come dimostrato, in letteratura tura medico scientifica, aumenta l’elasticità generale a livello articolare muscolare e legamentoso, garantendo all’atleta allontanamento dalla "zona del non ritorno", con conseguente diminuzione del rischio infortuni.

Cosa non fare in fase acuta?

  • Non aspettare che passi da solo, anche adottando solo il riposo migliorerà ma poco, è molto probabile senza un opportuno percorso riabilitativo multidisciplinare, che possa ripresentarsi, e diventare cronico.
  • Non mettere sulla zona infiammata cose calde come borse di acqua calda o termofori
  • Non Consultare vicini di casa o compagni di squadra che possono dare non intenzionalmente suggerimenti sbagliati
  • Non tardare la Fisioterapia
  • Non eseguire esercizi di rinforzo muscolare né esercizi di streching, in quanto la zona per i motivi sudetti ha già, in loco un processo infiammatorio, provocato dall’eccessivo stress , con formazione relativo di liquido dei tessuti peri-articolari, (evidenziabile con una Ecografia), che convoglia tramite le sostanze stesse al sistema nervoso centrale la sensazione del dolore, per informare lo stato di necessario riposo. Quindi risulterebbe eseguire serie di esercizi per rinforzare gli adduttori o addominali controproducente al massimo
  • Non farsi trattare da persone improvvisate ma da Fisioterapisti e Osteopati navigati .
  • Non pretendere di ritornare agli allenamenti se prima il dolore non è regredito (constatabile attraverso una scala del dolore almeno del 60/70%)
  • Non utilizzare in Palestra macchine come leg-press, leg exstection, ne quella per il rinforzo degli adduttori , ma privilegiare un a lavoro dinamico e no settoriale che preveda l’inclusione del gesto atletico con delle resistenze leggere e graduali, in tutta l’ampiezza del movimento, come l’isocinetica. Quindi privilegiale meno carichi e più ripetizioni.
  • Non privilegiare solo la fisioterapia ma integrarla con l’osteopatia e una mirata preparazione atletica differenziata.

E’ importante in una squadra professionista o semi che vi sia un lavoro di squadra, quindi Preparatore atletico e Mister devono viaggiare all’unisono per dosare il carico dei lavori muscolare e di resistenza senza arrivare alla soglia del non ritorno, oltre passandola, ci si espone al rischio infortuni e conseguente maggior senso della fatica in gara, con una diminuzione delle performance della squadra.

Quindi diminuire il rischio infortuni, in una squadra sportiva professionista o amatoriale, può essere gestito solo attraverso un lavoro di equipe.

Anche l’Osteopata, il Fisioterapista, lo Scout Man insieme ognuno con la sua competenza, contribuirà al monitoraggio dello stato di salute degli atleti e sulle eventuali azioni di prevenzione del rischio infortuni.

Concludo che la Pubalgia è una infiammazione molto dolorosa e limitante per qualsiasi sportivo, in particolar modo per il pallavolista, ma se presa per tempo e con le dovute accortezze e terapie, regredisce molto più rapidamente di quanto si possa pensare, tanto da dare grosse soddisfazioni professionali per l’osteopata o per il fisioterapista unitamente all’equipe della squadra pallavolistica e all’atleta stesso.

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